Il giudice di merito, nell'esercizio del proprio potere discrezionale nella determinazione della pena, può legittimamente negare la concessione delle circostanze attenuanti generiche e dell'attenuante della lieve entità, nonché riconoscere la recidiva, qualora la gravità del fatto, la personalità del reo e i suoi precedenti penali siano adeguatamente motivati, senza incorrere in vizi di illogicità o arbitrarietà. La valutazione dei vari elementi per la concessione delle attenuanti e la dosimetria della pena rientra nei poteri discrezionali del giudice di merito, il cui esercizio è censurabile in cassazione solo quando sia frutto di mero arbitrio o di ragionamento illogico. Inoltre, il giudice può legittimamente ritenere che somme di denaro, anche di rilevante entità, rinvenute in possesso dell'imputato, siano provento di precedenti attività illecite di spaccio di sostanze stupefacenti, qualora tale circostanza sia adeguatamente motivata sulla base degli elementi di prova acquisiti, senza che l'imputato abbia fornito una plausibile giustificazione alternativa.