La risoluzione del contratto di appalto pubblico, disposta dalla stazione appaltante ai sensi dell'art. 11 del d.p.r. 554/1999, non integra l'esercizio di un potere autoritativo, ma costituisce l'espressione di una posizione paritetica della parte contrattuale, sicché la relativa controversia non rientra nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, bensì nella giurisdizione del giudice ordinario. Infatti, la manifestazione di volontà della stazione appaltante di avvalersi della facoltà di risolvere il contratto non è espressione di una posizione di supremazia, ma di una mera posizione contrattuale, analoga a quella dell'appaltatore. Pertanto, la controversia avente ad oggetto la risoluzione del contratto di appalto pubblico, disposta dalla stazione appaltante, non può essere devoluta alla giurisdizione amministrativa, ma rientra nella competenza del giudice ordinario, in quanto attiene a profili di natura privatistica e non all'esercizio di poteri pubblici. La giurisdizione del giudice amministrativo, in materia di contratti pubblici, è limitata alle sole controversie concernenti l'affidamento del contratto, mentre è esclusa per le questioni successive alla stipulazione del contratto stesso, le quali seguono le regole del diritto privato.