Il provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale adottato ai sensi dell'art. 14 del d.lgs. n. 81/2008 deve essere preceduto da un'adeguata istruttoria e da una congrua motivazione che indichi i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell'amministrazione, in relazione alle risultanze dell'accertamento ispettivo. L'amministrazione non può dedurre automaticamente l'impiego di lavoratori irregolari o in nero sulla sola base della constatazione della loro presenza sul luogo di lavoro, senza aver previamente accertato gli elementi presuntivi che depongono per l'esistenza di un rapporto di lavoro subordinato riconducibile all'attività imprenditoriale, quali l'assoggettamento al potere direttivo del datore di lavoro, la natura continuativa del rapporto e la sua esclusività, l'osservanza di un orario di lavoro fisso, la volontà effettiva delle parti deducibile dalle dichiarazioni rese nell'immediatezza dell'accesso ispettivo, la struttura della retribuzione e i compensi versati. In assenza di tale istruttoria e motivazione, il provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale è illegittimo per violazione dell'obbligo di motivazione di cui all'art. 3 della legge n. 241/1990, come risultante dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 310/2010 che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 14, comma 1, del d.lgs. n. 81/2008 nella parte in cui escludeva l'applicabilità di tale obbligo.