Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da Autostrade Meridionali S.p.A. contro il Comune di Napoli, ha affermato il principio secondo cui le controversie relative al canone per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche (COSAP) rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario, in quanto attengono esclusivamente alla spettanza del credito vantato dall'amministrazione comunale, senza implicare l'esercizio di poteri pubblici discrezionali. Nello specifico, il Tribunale ha rilevato che il provvedimento impugnato, consistente in un mero avviso di pagamento dell'indennità per occupazione abusiva di suolo pubblico e della relativa sanzione amministrativa, non comporta l'esercizio di alcuna discrezionalità da parte dell'amministrazione, ma si risolve nella mera affermazione del diritto dell'ente locale di applicare il canone COSAP sulla base della normativa e del regolamento vigenti. Pertanto, la controversia, avente ad oggetto la debenza di tale canone, ha natura meramente patrimoniale e rientra nella giurisdizione del giudice ordinario, non essendo ravvisabile alcuna violazione di interessi legittimi. Inoltre, il Tribunale ha precisato che la circostanza che il regolamento comunale preveda anche la sanzione accessoria del ripristino non è idonea ad alterare il riparto di giurisdizione, in quanto tale aspetto, ove rilevante, non attrarrebbe la domanda principale articolata con il ricorso, in virtù del principio dell'inderogabilità della giurisdizione per motivi di connessione. Infine, nel caso di specie, non risulta essere stato emesso alcun verbale di contestazione dell'abusività dell'occupazione, né vi è alcun riferimento alla sanzione di ripristino nell'avviso impugnato. In conclusione, il Tribunale Amministrativo Regionale ha declinato la propria giurisdizione in favore del giudice ordinario, ritenendo che la controversia, avente ad oggetto la debenza del canone COSAP, rientri nella giurisdizione del giudice civile, in quanto attinente a un mero rapporto di credito-debito tra l'amministrazione comunale e il privato, senza implicare l'esercizio di poteri pubblici discrezionali.