Cassazione penale Sez. I sentenza n. 54343 del 5 dicembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:54343PEN

Massima

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La presunzione di pericolosità sociale prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p. opera non solo al momento dell'adozione del provvedimento cautelare, ma anche per il suo mantenimento in vigore, imponendo la misura della custodia cautelare in carcere per l'indagato di associazione mafiosa, salvo che non risultino interrotti i suoi legami con l'organizzazione criminosa ovvero quando il venire meno della pericolosità derivi da elementi concreti e specifici che dimostrino l'effettivo allontanamento dal sodalizio. Ai fini della valutazione della sussistenza delle esigenze cautelari, il giudice deve compiere una verifica concreta e attuale sull'effettiva capacità dell'indagato di reiterare le condotte illecite contestate e di inquinare il compendio probatorio, sulla base di un giudizio di gravità indiziaria espresso in termini congrui e conformi alle emergenze indiziarie. Il decorso del tempo dai fatti di reato, in assenza di elementi di novità processuale che attestino l'attenuazione delle esigenze cautelari, non può assumere rilievo di per sé solo ai fini della revoca o sostituzione della misura cautelare applicata. La valutazione della pericolosità sociale non può prescindere dalle emergenze del caso concreto, verificando all'interno del processo se il rischio di ulteriori condotte illecite analoghe a quelle contestate sia concreto e reso probabile dai collegamenti associativi esistenti tra l'indagato e la consorteria criminale di riferimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Presidente

Dott. APRILE Stefano - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessand - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), nato (OMISSIS);
Avverso l'ordinanza emessa il 03/07/2018 dal Tribunale del riesame di Napoli;
Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));
Sentite le conclusioni del Procuratore generale, nella persona di Dr. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in epigrafe il Tribunale del riesame di Napoli, intervenendo ex articolo 310 c.p.p., confermava il rigetto, pronunciato dal Giudice per le indagini…

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