Il proprietario di un immobile realizzato in assenza di titolo abilitativo in zona sottoposta a vincolo paesaggistico non può invocare la tutela dell'affidamento sulla conservazione di una situazione di illecito permanente, poiché l'amministrazione ha il dovere di ordinare la demolizione delle opere abusive ai sensi dell'art. 27 del D.P.R. n. 380/2001, senza che rilevi la mera "proponibilità" di un'istanza di sanatoria ex art. 36 dello stesso decreto. L'obbligo di demolizione sussiste sia in caso di opere in corso di esecuzione che di opere già ultimate, non essendo configurabile alcun diritto soggettivo alla conservazione di una situazione di illecito, la cui rimozione costituisce un interesse pubblico in re ipsa, in particolare quando l'intervento abusivo incida su un territorio assoggettato a vincolo paesaggistico. L'amministrazione non è tenuta a valutare l'interesse pubblico alla demolizione, essendo tale provvedimento un atto dovuto, né a motivare in ordine alla possibilità di adottare misure alternative, in quanto la sola constatazione dell'abuso edilizio in zona vincolata legittima l'adozione dell'ordine di demolizione. Inoltre, l'onere di provare l'epoca di realizzazione dell'opera abusiva incombe sull'interessato e non sull'amministrazione, la quale non è tenuta a sospendere i lavori in caso di opere già ultimate.