Il difetto di legittimazione processuale dell'amministratore di condominio, per mancanza di autorizzazione assembleare, comporta l'inammissibilità del ricorso per cassazione proposto dal condominio, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. L'amministratore di condominio, per stare in giudizio in rappresentanza del condominio, deve essere munito di apposita delibera assembleare che lo autorizzi, in ossequio al principio di democraticità e partecipazione che informa la disciplina condominiale. Tale requisito di legittimazione processuale, richiesto a pena di inammissibilità del ricorso, trova applicazione anche nel giudizio di legittimità, in conformità all'orientamento giurisprudenziale consolidato delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, volto a garantire il rispetto delle prerogative assembleari e la tutela degli interessi condominiali. Pertanto, l'omessa produzione della delibera assembleare, nonostante l'assegnazione di un termine perentorio, determina l'inammissibilità del ricorso per cassazione proposto dall'amministratore, con conseguente condanna del condominio ricorrente al pagamento delle spese del giudizio di legittimità.