Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21742 del 3 giugno 2021

ECLI:IT:CASS:2021:21742PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, in virtù di un rapporto di fiducia e confidenza con un privato, si presti in modo stabile e continuativo a compiere o omettere atti contrari ai doveri del proprio ufficio, ricevendo in cambio regalie e utilità, realizza il delitto di corruzione propria di cui all'art. 319 c.p. Tale condotta si configura anche quando l'attività illecita del pubblico ufficiale, pur non rientrando specificamente nelle sue mansioni, sia comunque riconducibile alla sfera di competenza o di influenza del suo ufficio, come nel caso di accessi abusivi a sistemi informatici per acquisire informazioni riservate nell'interesse del privato corruttore. La correlazione tra il conseguimento delle utilità e gli atti contrari ai doveri d'ufficio può essere desunta da un complesso di elementi indiziari, quali la frequentazione assidua tra il pubblico ufficiale e il privato, le richieste di quest'ultimo al primo di compiere attività rientranti nelle sue funzioni, la vicinanza temporale tra le dazioni e gli atti compiuti, nonché la mancanza di plausibili giustificazioni per le condotte del pubblico ufficiale. In tali casi, la valutazione complessiva degli elementi indiziari operata dai giudici di merito, se sorretta da motivazione logica e non manifestamente illogica o giuridicamente errata, non è sindacabile in sede di legittimità, essendo preclusa una nuova valutazione atomistica e parcellizzata delle emergenze processuali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - rel. Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabina - Consigliere

Dott. RICCIO Stefania - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 01/12/2020 del Tribunale di Brescia;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere CALVANESE Ersilia;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale PERELLI Simone, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la ordinanza in epigrafe indicata, il Tribunale di Brescia rigettava l'appe…

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