Il provvedimento del tribunale che, in sede di reclamo, conferma il decreto con cui il giudice delegato ha respinto la domanda di concordato fallimentare, rendendo il prescritto parere in sostituzione del comitato dei creditori ai sensi dell'art. 41 della legge fallimentare, non ha carattere decisorio su diritti soggettivi né definitivo, in quanto non preclude la riproposizione della stessa o di altra, emendata, proposta di concordato. Pertanto, tale provvedimento non è impugnabile con il ricorso straordinario per cassazione ai sensi dell'art. 111 Cost., in quanto si limita alla mera verifica dei requisiti formali prescritti dalla legge, senza implicare la delibazione di una controversia su diritti soggettivi suscettibile di acquistare autorità di giudicato. Il tribunale, in sede di reclamo, è chiamato a valutare la regolarità dello svolgimento della procedura di concordato e l'idoneità dei suoi atti a produrre gli effetti previsti dalla normativa fallimentare, senza pronunciarsi definitivamente sulla proposta di concordato, la quale può essere riproposta, eventualmente in forma emendata, anche a seguito del rigetto della precedente domanda. Pertanto, il provvedimento del tribunale che respinge il reclamo avverso il decreto del giudice delegato che ha dichiarato inammissibile la proposta di concordato fallimentare non è suscettibile di impugnazione con il ricorso straordinario per cassazione, in quanto privo dei caratteri della decisorietà e definitività richiesti per l'accesso a tale rimedio.