Cassazione penale Sez. II sentenza n. 49193 del 22 dicembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:49193PEN

Massima

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Il reato di ricettazione di cui all'art. 648 c.p. sussiste anche quando l'imputato abbia speso il bene ricettato presso un esercizio commerciale di cui era cliente abituale, mostrando il proprio documento di identità, in quanto l'elemento psicologico del reato non richiede la consapevolezza certa della provenienza delittuosa del bene, essendo sufficiente la mera consapevolezza della probabile origine illecita. La Corte di Cassazione, nel valutare il ricorso, non può riesaminare le questioni di merito già esaminate dai giudici di merito, ma può solo verificare la sussistenza di vizi della motivazione previsti dall'art. 606 c.p.p. La pena irrogata in applicazione della disciplina della continuazione di cui all'art. 81 c.p. non può essere oggetto di censura in sede di legittimità, in quanto rientra nella discrezionalità del giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo L - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - rel. Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) ZA. MA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 553/2005 CORTE APPELLO di LECCE, depositata il 09/07/2007;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/09/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. UGO DE CRESCIENZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GIOVANNI GALATI che ha concluso per l'inammissibilita'.

MOTIVI DELLA DECISIONE<…

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