Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21149 del 20 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:21149PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la legittimità di un provvedimento cautelare restrittivo della libertà personale, non può procedere a una rilettura e rivalutazione degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione impugnata, atteso che tale valutazione è riservata in via esclusiva al giudice del merito. Il controllo di legittimità sulla motivazione di tali provvedimenti deve limitarsi a verificare la completezza e la coerenza logica dell'apparato argomentativo, senza poter sindacare la correttezza della ricostruzione e dell'apprezzamento dei fatti, salvo i casi di manifesta illogicità o contraddittorietà. Inoltre, la presunzione di adeguatezza della custodia cautelare in carcere prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p. può essere superata solo in presenza di elementi che dimostrino l'inattualità del pericolo di reiterazione del reato, senza che assumano rilievo le esigenze di assistenza familiare e di cura dei figli minori, a meno che non emergano circostanze eccezionali tali da rendere la detenzione carceraria incompatibile con tali esigenze.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PA. DO. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 25/09/2008 TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARCANO DOMENICO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. SELVAGGI Eugenio per il rigetto.

RITENUTO IN FATTO

1. Pa.Do. impugna la ordinanza in epigrafe indicata con quale il giudice del riesame ha confermato il provvedimento cautelare che ha applicato nei suoi confronti…

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