Il soggetto indagato che non sia titolare del bene oggetto di sequestro preventivo è legittimato a proporre richiesta di riesame del provvedimento cautelare ai sensi dell'art. 322 c.p.p. solo se vanta un interesse concreto ed attuale all'impugnazione, corrispondente al risultato tipizzato dall'ordinamento per lo specifico schema procedimentale, individuabile nell'interesse alla restituzione della cosa come effetto del dissequestro. In assenza di tale interesse, il ricorso per cassazione avverso l'ordinanza che ha dichiarato inammissibile la richiesta di riesame deve essere dichiarato inammissibile, in quanto generico e comunque manifestamente infondato, non essendo stato confutato il percorso argomentativo del giudice di merito che ha rilevato la mancanza di un interesse concreto ed attuale del ricorrente all'impugnazione. Inoltre, il giudice di merito può confermare il sequestro preventivo disposto nei confronti del coimputato, nella prospettiva della confisca per sproporzione di cui agli artt. 321, comma 2, c.p.p. e 85-bis d.P.R. n. 309/1990, senza che ciò comporti la necessità di una specifica motivazione in ordine alla sussistenza dei presupposti del sequestro nei confronti del ricorrente, atteso che questi non vanta alcun interesse concreto ed attuale all'impugnazione.