Cassazione penale Sez. I sentenza n. 48040 del 22 ottobre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:48040PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza può legittimamente negare la concessione di misure alternative alla detenzione, quali l'affidamento in prova al servizio sociale e la detenzione domiciliare, qualora il condannato presenti una concreta e attuale pericolosità sociale, desumibile da numerosi e gravi precedenti penali, dalla mancanza di revisione critica del proprio passato criminale, dall'inutilità dei benefici precedentemente concessi e dalla carenza di risorse esterne e di lecite fonti di reddito, tali da non consentire un giudizio prognostico favorevole circa la possibilità di un suo reinserimento sociale. La presenza di una patologia psichiatrica non è di per sé ostativa all'esecuzione della pena in regime detentivo, qualora il trattamento terapeutico necessario possa essere adeguatamente assicurato all'interno dell'istituto penitenziario, senza pregiudicare il percorso di cura intrapreso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROCCHI Giacomo - Presidente

Dott. VANNUCCI Marco - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giusepp - rel. Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 30/01/2018 del TRIB. SORVEGLIANZA di TORINO;
udita la relazione svolta dal ((omissis));
lette, le conclusioni del PG Dott.ssa D. Mignolo, che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di sorveglianza di Torino ha rigettato la richiesta, proposta nell'interesse di (OMISSIS), di concessione della misura dell'affidamento in prova al servizio sociale ex articolo 47 ord. pen. e di quella subordinata di det…

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