Il potere di vigilanza e sanzionatorio del Comune in materia edilizia si esplica attraverso l'emanazione di provvedimenti di demolizione di opere abusive, i quali costituiscono atti vincolati e non necessitano di previo avvio del procedimento ai sensi dell'art. 7 della legge n. 241/1990. Tuttavia, ai fini della legittimità di tali provvedimenti, è necessario che le opere oggetto di demolizione integrino effettivamente gli estremi di "nuova costruzione" ai sensi dell'art. 3, comma 1, lett. e) del d.P.R. n. 380/2001, non essendo sufficiente la mera qualificazione formale dell'intervento. In particolare, non sono assoggettate a permesso di costruire e, pertanto, non possono essere oggetto di ordine di demolizione, le opere di modesta entità e facilmente amovibili, prive di carattere di stabilità e permanenza, nonché i muri di cinta di altezza non superiore a 3 metri, in quanto tali interventi non determinano una significativa trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio. Inoltre, ove il Comune non abbia adeguatamente motivato in ordine alla natura delle opere contestate e alla loro collocazione in area soggetta a vincoli, il provvedimento di demolizione risulta illegittimo per carenza di istruttoria e di motivazione.