Il notaio, nell'esercizio della sua funzione di pubblico ufficiale, è tenuto a verificare con diligenza la veridicità delle dichiarazioni rese dalle parti in un atto pubblico, in particolare per quanto concerne la consistenza e le caratteristiche dell'immobile oggetto di compravendita. Egli non può limitarsi a recepire acriticamente le indicazioni fornite dai contraenti, ma deve compiere gli opportuni accertamenti, anche mediante il riscontro della documentazione catastale, al fine di attestare in modo fedele e corrispondente al vero la reale situazione dell'immobile. Il notaio che, consapevole della falsità delle dichiarazioni rese, dia ugualmente fede pubblica a tali informazioni mendaci, commette il reato di falso ideologico in atto pubblico, essendo tenuto a rifiutare il rogito qualora riscontri discrepanze tra quanto rappresentato dalle parti e la realtà dei fatti. Il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione sancisce, pertanto, il dovere di diligenza e di verifica del notaio nell'esercizio della sua funzione di pubblico ufficiale, a tutela della veridicità e della fede pubblica degli atti da lui rogati.