Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30805 del 11 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:30805PEN

Massima

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Il medico che forma una cartella clinica falsa, indicando una diagnosi diversa da quella effettivamente operata, commette il reato di falso ideologico in atto pubblico, anche se l'errore diagnostico è stato immediatamente riconosciuto, la prestazione è stata comunque erogata e il compenso restituito. Infatti, l'elemento soggettivo del dolo è integrato dalla consapevolezza di redigere un documento non veritiero, a prescindere dalle conseguenze pratiche. Tuttavia, la valutazione della sussistenza del dolo e della rilevanza penale del fatto richiede un'attenta analisi delle specifiche circostanze del caso concreto, non potendosi presumere automaticamente la volontà di indurre in errore. Inoltre, l'irrilevanza dell'infedele attestazione ai fini del significato dell'atto (c.d. "falso innocuo") può escludere la punibilità, qualora emerga che la falsa indicazione non abbia concretamente pregiudicato interessi tutelati dalla norma incriminatrice. In ogni caso, l'accertamento della responsabilità penale deve essere effettuato dal giudice di merito, mentre la Corte di Cassazione, in presenza di una causa estintiva del reato come la prescrizione, è tenuta a pronunciare l'annullamento senza rinvio della sentenza, senza poter entrare nel merito della valutazione probatoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. FUMO Maurizi - Consigliere

Dott. DE MARZO Giusepp - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3066/2011 CORTE APPELLO di CATANIA, del 31/05/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/06/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, dr. Giovanni D'Angelo, ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per prescrizione.

RITENUTO IN FATTO

1. …

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