Il delitto di cui all'art. 474 c.p. si configura con la semplice vendita di prodotti recanti marchi contraffatti, a prescindere dalla grossolanità della contraffazione e dalla possibilità che gli acquirenti siano tratti in inganno, in quanto la norma tutela in via principale e diretta la pubblica fede, intesa come affidamento dei cittadini nei marchi o segni distintivi che individuano le opere dell'ingegno e i prodotti industriali e ne garantiscono la circolazione. Si tratta pertanto di un reato di pericolo, per la cui configurazione non è necessaria la realizzazione dell'inganno, né ricorre l'ipotesi del reato impossibile qualora la grossolanità della contraffazione e le condizioni di vendita siano tali da escludere la possibilità che gli acquirenti siano tratti in inganno. Ciò in quanto la tutela apprestata dalla norma incriminatrice è diretta a preservare l'affidamento dei consumatori nella genuinità dei marchi e nella provenienza dei prodotti, a prescindere dall'effettiva capacità ingannatoria della condotta, essendo sufficiente la mera messa in commercio di prodotti recanti marchi contraffatti per integrare il delitto di cui all'art. 474 c.p.