Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso il provvedimento di annullamento in autotutela di una DIA edilizia e l'ordine di demolizione delle opere realizzate, afferma i seguenti principi di diritto: 1. L'annullamento in autotutela di una DIA edilizia oltre il termine di 18 mesi è legittimo quando l'interessato ha reso dichiarazioni non veritiere sullo stato dei luoghi e sulle opere da realizzare, in quanto ciò integra uno dei presupposti per l'esercizio del potere di autotutela oltre il limite temporale previsto dall'art. 21-nonies della legge n. 241/1990. In tali casi, non sussiste il legittimo affidamento del privato e permane l'interesse pubblico al ripristino della legalità violata. 2. L'onere di provare la pregressa legittima consistenza dell'immobile grava sull'interessato che ha presentato la DIA, non sull'Amministrazione, la quale è tenuta a verificare la veridicità delle dichiarazioni rese. 3. L'ordine di demolizione di opere realizzate in assenza di titolo abilitativo è un provvedimento vincolato, che non richiede una specifica motivazione sulle ragioni di interesse pubblico, né una comparazione con gli interessi privati, essendo sufficiente l'accertamento dell'abuso edilizio. 4. Le opere interne che comportano la creazione di nuovi volumi e superfici, anche se non visibili dall'esterno, sono comunque rilevanti ai fini della tutela paesaggistica, non trovando applicazione l'esenzione prevista dall'art. 149 del d.lgs. n. 42/2004.