Cassazione penale Sez. I sentenza n. 27780 del 15 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:27780PEN

Massima

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Il giudice può applicare una misura di prevenzione personale, come la sorveglianza speciale, nei confronti di un soggetto assolto dall'imputazione di partecipazione ad associazione mafiosa, purché siano presenti elementi sintomatici di un'azione, anche isolata, funzionale agli scopi del sodalizio criminale. Tuttavia, ai fini dell'attualità della pericolosità sociale del proposto, non è sufficiente il mero richiamo a fatti risalenti nel tempo, ma è necessario un accertamento specifico e concreto della persistenza di tale pericolosità, anche in assenza di una pregressa partecipazione all'associazione mafiosa. Il giudice deve quindi valutare la sussistenza di elementi attuali che dimostrino il perdurare della pericolosità sociale del soggetto, senza poter presumere tale requisito sulla base della sola stabilità dei rapporti associativi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. SARACENO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 25/11/2016 della CORTE APPELLO di CATANZARO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ROCCHI GIACOMO;
lette/sentite le conclusioni del P.G. Dott.ssa ((omissis)) che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto indicato in epigrafe, la Corte di appello di Catanzaro rigettava l'appello avverso quello del Tribunale di Catanzaro che aveva applicato a (OMISSIS) la misu…

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