Consiglio di Stato sentenza n. 4036 del 2024

ECLI:IT:CDS:2024:4036SENT

Massima

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Il vincolo paesaggistico imposto su un immobile prima della realizzazione di opere abusive costituisce causa ostativa alla sanatoria di tali opere, anche qualora il vincolo non comporti l'inedificabilità assoluta dell'area, in quanto la normativa di cui all'art. 32, comma 27, lett. d) della legge n. 326 del 2003 esclude la possibilità di condono per gli abusi edilizi realizzati in assenza o in difformità del titolo abilitativo e non conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti urbanistici, su immobili soggetti a vincoli imposti a tutela degli interessi paesaggistici. Tale disciplina prevale sulla previsione regionale che consente, per l'edilizia esistente al 1955, l'adeguamento funzionale degli alloggi ai fini della creazione di servizi igienici, non essendo tale disposizione applicabile agli interventi abusivi realizzati in assenza di titolo e comportanti un aumento di superficie o di volumetria, i quali esulano dalla categoria degli "abusi minori" suscettibili di sanatoria. Pertanto, l'ampliamento abusivo di un bagno esistente, realizzato in assenza di titolo su un immobile soggetto a vincolo paesaggistico, non può essere sanato ai sensi della legge n. 326 del 2003, indipendentemente dalla modesta entità dell'intervento e dalla sua qualificazione come "risanamento conservativo", essendo l'intervento in contrasto con le norme urbanistiche e le prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti. In tali casi, il Comune è tenuto a disporre la demolizione dell'opera abusiva, senza possibilità di applicare una mera sanzione pecuniaria.

Sentenza completa

Pubblicato il 03/05/2024

N. 04036/2024REG.PROV.COLL.

N. 08026/2021 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 8026 del 2021, proposto da ((omissis)) e ((omissis)), nella loro dichiarata qualità di eredi di ((omissis)), rappresentati e difesi dall’avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da registri di giustizia;

contro

il Comune di Cava de’ Tirreni (SA), in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati ((omissis)), ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da registri di giustizia e domicilio fisico eletto presso lo studio del dr. ((omissis)), sito in Roma, via ((omissis)) n. 30;

per la riforma

della sentenza T.a.r. per la Campania, sez. st. di Salerno (Sez…

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