Il Comune, pur avendo legittimamente avviato una procedura espropriativa per la realizzazione di opere di pubblica utilità, è tenuto a rideterminarsi conformando la situazione di fatto, divenuta illegittima per decorso del termine quinquennale entro il quale il decreto di esproprio doveva essere emanato. Il Comune potrà, entro novanta giorni, restituire il bene al legittimo proprietario previa rimessione in pristino, procedere all'acquisizione sanante ai sensi dell'art. 42-bis del T.U.E. oppure accordarsi con il proprietario per l'acquisizione mediante modalità privatistica. In caso di inadempimento, il proprietario potrà adire il Giudice dell'esecuzione. L'illegittima occupazione non comporta automaticamente il diritto del proprietario al risarcimento del danno commisurato al valore venale del bene, in quanto la mera richiesta risarcitoria non equivale a rinuncia abdicativa del diritto di proprietà. Le spese di lite seguono la soccombenza.