Cassazione penale Sez. V sentenza n. 39200 del 20 ottobre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:39200PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta documentale, previsto dall'art. 216, comma 1, n. 2, seconda parte, della legge fallimentare, richiede la prova del dolo generico, ovvero la consapevolezza e volontà dell'agente di tenere la contabilità in modo da non consentire la ricostruzione delle vicende aziendali e del patrimonio. Tuttavia, qualora l'imputato sia stato assolto dal reato di bancarotta fraudolenta per distrazione e i beni sociali non rinvenuti abbiano un modesto valore, è più corretta la qualificazione del fatto come bancarotta semplice documentale ai sensi dell'art. 217 della legge fallimentare. In tal caso, ove sia maturata la prescrizione del reato di bancarotta semplice documentale, la sentenza di condanna per bancarotta fraudolenta documentale deve essere annullata senza rinvio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. LI. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 21/06/2007 CORTE APPELLO di VENEZIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIZZUTI GIUSEPPE;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. ((omissis)) (rigetto del ricorso).

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza del 4.4.2003 il tribunale di Verona dichiarava CA. Li. co…

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