Il Comune, nell'esaminare la richiesta di permesso di costruire, deve verificare esclusivamente la sussistenza della legittimazione soggettiva del richiedente, senza addentrarsi nella risoluzione di eventuali conflitti di interesse tra le parti private in ordine all'assetto proprietario dell'immobile. Pertanto, il Comune non può negare il rilascio del permesso di costruire sulla base di contestazioni relative all'efficacia del titolo di disponibilità del suolo vantato dal richiedente, salvo che tali contestazioni non siano fondate su elementi di palese nullità o inefficacia del titolo stesso. Ove il richiedente produca un titolo di legittimazione presuntivamente valido, il Comune deve ritenerlo sufficiente ai fini amministrativi, fermo restando che l'eventuale accertamento dell'inefficacia del titolo in sede civile potrà comportare la caducazione del permesso di costruire rilasciato. Inoltre, il Comune non può avvalersi della disciplina di cui all'art. 2704 c.c. sulla certezza della data delle scritture private nei confronti dei terzi, in quanto tale disposizione non trova applicazione nei suoi confronti, essendo egli chiamato a rimuovere un limite legale allo ius aedificandi del proprietario o di chi comunque abbia la disponibilità del suolo, senza che ciò comporti alcun accertamento modificativo o estintivo del diritto di proprietà eventualmente vantato in via esclusiva o in comunione da terzi, i quali potranno esperire le ordinarie tutele civilistiche.