Cassazione penale Sez. V sentenza n. 44919 del 29 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:44919PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (stalking) si configura quando la condotta reiterata di molestie e minacce nei confronti della vittima cagiona un perdurante e grave stato di ansia e paura per la propria incolumità, ovvero costringe la stessa ad alterare le proprie abitudini di vita. La valutazione della credibilità della persona offesa rappresenta una questione di fatto rimessa al giudice di merito, la cui motivazione non può essere sindacata in sede di legittimità salvo che non incorra in manifeste contraddizioni. L'assenza di segnali di resipiscenza da parte dell'imputato e gli ulteriori elementi emersi dall'istruttoria possono escludere la concessione delle circostanze attenuanti generiche, in assenza di una prognosi favorevole sulla sua futura astensione da comportamenti analoghi. La determinazione della pena nel minimo edittale non richiede una particolare motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. ((omissis)) - Rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 24/11/2016 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 28/04/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott.ssa ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con sentenza del 24/11/2016, la Corte d'Appello di…

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