Il reato di strage è configurabile quando la condotta dell'agente, per le sue intrinseche caratteristiche e per il contesto in cui si colloca, si presenta come diretta ed almeno potenzialmente idonea a creare una situazione di concreto pericolo per la vita e l'incolumità di un numero indeterminato di persone, anche attraverso l'uso di mezzi violenti dotati di peculiari requisiti di diffusività del danno. L'aggravante della finalità di discriminazione e odio razziale ricorre quando la condotta, per le sue modalità e il contesto in cui si inserisce, esprime un evidente disprezzo e avversione verso persone di diversa razza, tale da risultare potenzialmente idonea a suscitare negli altri il sentimento di odio o a dar luogo al concreto pericolo di comportamenti discriminatori, indipendentemente dall'effetto prodotto sui terzi. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche è legittimo quando la gravità dei fatti, la personalità dell'imputato e il suo pregresso giudiziale rendono la confessione, pur apprezzabile sul piano processuale, non sufficiente a far ritenere il soggetto meritevole di un trattamento sanzionatorio più favorevole.