Il reato di contraffazione di documenti, pur essendo prescritto in relazione alla data di commissione, può comunque dar luogo alla responsabilità penale dell'autore per il reato di uso di atto falso, la cui prescrizione non è ancora maturata al momento dell'accertamento. In caso di incertezza sulla data di consumazione del reato di contraffazione, ai fini della prescrizione deve adottarsi la soluzione più favorevole all'imputato, non incombendo a costui, bensì all'accusa, il relativo onere probatorio. Tuttavia, l'autore della contraffazione, che non risulti punibile a seguito di estinzione del reato, risponde comunque della fattispecie delittuosa di uso di atto falso, in quanto tale condotta costituisce una progressione criminosa della precedente falsificazione, la cui contestazione è implicitamente contenuta in quella relativa all'uso del documento contraffatto. La riqualificazione giuridica del fatto entro lo schema dell'art. 489 c.p. comporta la riduzione della pena nella misura di un terzo rispetto a quella stabilita per i reati di cui agli artt. 477 e 482 c.p.