Il ricorso per cassazione avverso la sentenza di condanna del giudice di pace è ammissibile anche quando l'imputato sia stato condannato al solo pagamento di una pena pecuniaria, purché la sentenza abbia statuito anche sulla condanna al risarcimento del danno in favore della parte civile, anche in forma generica, in quanto tale statuizione è direttamente conseguente all'accertamento della responsabilità penale e la sua impugnazione è implicitamente contenuta in quella che investe il capo relativo alla responsabilità. Ciò in virtù del principio di stretta connessione tra condanna penale e condanna civile, che impone di ritenere la detta impugnazione ammissibile ai sensi dell'art. 574, comma 4, c.p.p., applicabile anche al procedimento davanti al giudice di pace, in deroga alla regola generale di cui all'art. 593 c.p.p. che prevede l'appello come unico mezzo di impugnazione avverso le sentenze di condanna del giudice di pace a pena pecuniaria. Tale orientamento giurisprudenziale mira a garantire all'imputato condannato la possibilità di sottoporre al vaglio di un doppio grado di merito non solo la pronuncia sulla responsabilità penale, ma anche quella sulla condanna al risarcimento del danno, pur essendo quest'ultima una statuizione di natura civile, in considerazione del nesso di strumentalità che la lega all'accertamento della responsabilità penale.