Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27633 del 20 giugno 2019

ECLI:IT:CASS:2019:27633PEN

Massima

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Il diritto di critica politica, pur ampio e penetrante, non può essere esercitato mediante l'utilizzo di espressioni gravemente offensive e lesive della dignità della persona, che travalicano il limite della continenza e si risolvono in una mera aggressione verbale gratuita e immotivata. Pertanto, l'impiego di epiteti come "assassino", "infame" e "vigliacco" per definire un soggetto, ancorché mosso da un dissenso ideologico e da una contrapposizione di valori etici, integra il reato di diffamazione, non potendo essere scriminato dall'esercizio del diritto di critica politica. Tale diritto, infatti, pur consentendo l'utilizzo di toni aspri e vibrati, non può giustificare l'adozione di espressioni che, per la loro gravità e gratuità, travalicano il limite della continenza e si risolvono in una mera aggressione della reputazione altrui, anziché in una critica motivata e funzionale al confronto democratico su questioni di interesse pubblico. Il giudice, nel valutare la continenza della critica, deve pertanto tenere conto del contesto in cui essa si inserisce, ma non può ritenere scriminata la condotta solo in ragione di tale contesto, ove le espressioni utilizzate risultino esorbitanti rispetto alle finalità della critica stessa e si traducano in un attacco personale lesivo della dignità morale e intellettuale del soggetto criticato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. SCARLINI Enrico V.S. - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - rel. Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/04/2018 della Corte di appello di Trento;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Michele Romano;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Filippi Paola, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile;
udito il difensore delle parti civili (OMISSIS), (E ALTRI OMISSIS)
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza indicata in e…

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