Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26367 del 21 settembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:26367PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis c.p. si configura quando sussistono gravi indizi di un vincolo associativo stabile, caratterizzato da una forza di intimidazione derivante dal metodo mafioso, che consente all'organizzazione di imporre la propria egemonia sul territorio e di condizionare l'attività economica e la vita sociale, anche attraverso il compimento di reati-fine come l'estorsione e il traffico di stupefacenti. La consapevolezza dell'indagato circa l'esistenza dell'associazione e il suo ruolo al suo interno può desumersi da elementi indiziari, come la partecipazione a riunioni, il contributo al sostentamento dei membri detenuti, l'adesione alle direttive impartite dai vertici, il possesso di documenti relativi all'attività illecita, senza che sia necessaria la prova di una diretta conoscenza della struttura e degli scopi dell'organizzazione. Il reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti ex art. 74 d.P.R. n. 309/1990, aggravato dal metodo mafioso ex art. 416-bis.1 c.p., si configura quando vi siano gravi indizi di un contesto associativo stabile, finalizzato al traffico di droga, in cui il singolo indagato risulti inserito in qualità di partecipe, anche attraverso il compimento di specifiche condotte funzionali all'attività illecita. Tali reati associativi, pur presentando elementi specializzanti diversi, possono concorrere tra loro, senza che l'uno assorba l'altro per consunzione. Ai fini della sussistenza e attualità delle esigenze cautelari, la presunzione di adeguatezza della custodia cautelare in carcere prevista per i reati associativi può essere superata solo dimostrando il recesso dell'indagato dall'associazione, non essendo sufficienti il decorso del tempo e il mutamento delle condizioni di vita, in assenza di elementi che comprovino l'effettiva cessazione del vincolo associativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V.S. - Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 06/03/2020 del TRIBUNALE di LECCE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Carlo Zaza;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Lignola Ferdinando, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ric…

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