Cassazione penale Sez. II sentenza n. 30344 del 5 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:30344PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente, mediante violenza o minaccia, costringe la persona offesa a compiere un atto di disposizione patrimoniale a proprio vantaggio o di altri, determinando un ingiusto profitto. L'elemento psicologico del reato è integrato dalla consapevolezza e volontà dell'agente di utilizzare la violenza o la minaccia per ottenere l'ingiusto profitto, anche se il male prospettato non proviene direttamente dall'agente ma da una fonte diversa, purché tale pericolo sia percepito dalla persona offesa come concreto e realizzabile. Non integra invece il reato di estorsione, ma eventualmente quello di truffa, la condotta di chi prospetti un male come possibile ed eventuale, non proveniente direttamente o indirettamente dall'agente, in modo tale che la persona offesa non sia coartata ma si determini alla prestazione per essere stata tratta in errore dall'esposizione di un pericolo inesistente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. CERVADORO Mirella - rel. Consigliere

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 1350/2015 CORTE APPELLO di TRIESTE, del 05/10/2016;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/01/2018 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MIRELLA CERVADORO;
Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, nella persona del Dr. Viola Alfredo Pompeo, il quale ha concluso chiedendo che il ricorso venga dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con sentenza d…

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