La giurisdizione appartiene al giudice amministrativo nelle controversie aventi ad oggetto il risarcimento del danno derivante dall'inosservanza dolosa o colposa del termine di conclusione del procedimento amministrativo, in quanto tale danno è ascrivibile all'interesse generale al buon andamento e all'imparzialità dell'amministrazione, nonché alla ragionevole durata delle procedure, e non trova fondamento in una violazione dei canoni di correttezza e buona fede che possa radicare la giurisdizione del giudice ordinario. Il criterio di riparto della giurisdizione deve essere individuato non tanto in base alla concreta pronuncia richiesta, quanto piuttosto in relazione alla causa petendi, ossia alla natura intrinseca della posizione giuridica dedotta in giudizio, desumibile dai fatti allegati e dal rapporto giuridico di cui tali fatti costituiscono manifestazione. Pertanto, quando il danno lamentato dal privato non risulta qualificato dall'affidamento riposto in una pregressa condotta della pubblica amministrazione, idonea a radicare la giurisdizione del giudice ordinario per violazione dei doveri di correttezza e buona fede, ma è ascrivibile all'interesse generale al buon andamento e all'imparzialità dell'azione amministrativa, nonché alla ragionevole durata delle procedure, la tutela è devoluta alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, ai sensi dell'art. 133, comma 1, lett. a), n. 1, c.p.a.