Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La presentazione di una SCIA per la realizzazione di opere edilizie e la successiva produzione della documentazione integrativa richiesta dall'amministrazione comunale entro il termine di 30 giorni comporta il consolidamento della posizione del privato, in quanto la SCIA costituisce un titolo abilitativo valido ed efficace che può essere rimosso solo attraverso l'esercizio del potere di autotutela nel rispetto delle prescrizioni di cui all'art. 19, comma 4, della legge n. 241/1990. Pertanto, l'adozione di provvedimenti inibitori o repressivi oltre il termine di 30 giorni dalla presentazione della SCIA è illegittima per violazione dell'art. 145, comma 6, della legge regionale n. 65/2014. Inoltre, l'amministrazione comunale non può opporre l'abusività di opere edilizie oggetto di un procedimento di sanatoria ancora pendente, né può contestare il dimensionamento di opere di messa in sicurezza idraulica sulla base di presupposti contraddittori e privi di adeguata istruttoria.