Cassazione penale Sez. II sentenza n. 14051 del 13 aprile 2012

ECLI:IT:CASS:2012:14051PEN

Massima

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Il concorso nel reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso può essere riconosciuto anche nei confronti di colui che, pur non essendo il diretto autore della condotta estorsiva, accompagna il soggetto che materialmente pone in essere la richiesta di denaro, rafforzando con la sua presenza la minaccia e il timore delle vittime di subire eventuali ritorsioni da parte del gruppo criminale di appartenenza. La consapevolezza della natura estorsiva della condotta può essere desunta anche dalla conoscenza degli "affari" del gruppo criminale di cui il concorrente fa parte, senza che sia necessaria la prova di una sua partecipazione diretta agli atti di estorsione. Inoltre, la circostanza che le vittime abbiano cessato di versare il denaro richiesto dopo l'uccisione del capo del gruppo criminale non esclude la configurabilità del reato di estorsione già consumato in precedenza. Infine, la contestazione dell'aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del 1991 è giustificata quando il concorrente agisce al fine di agevolare l'attività del gruppo criminale di appartenenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) nato il (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 20/10/2011 del Tribunale del riesame di Napoli;

Visti gli atti, l'ordinanza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona del dott. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita'.

FATTO

p. 1. Con ordinanza del 20/10/2011, il Tribunale del riesame di Napoli …

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