La revisione del giudicato penale è uno strumento straordinario finalizzato a realizzare un equilibrato bilanciamento tra l'esigenza di certezza delle situazioni giuridiche e l'intangibilità delle pronunce giurisdizionali di condanna, da un lato, e l'irrinunciabile esigenza del favor innocentiae, dall'altro. Pertanto, l'ambito di ammissibilità della revisione non può estendersi a ricomprendere le sole cause di estinzione della pena, in quanto la ratio dell'istituto è individuata nella necessità di sciogliere un contrasto tra una verità formale, attestata nella sentenza divenuta irrevocabile, e una verità fenomenica che si manifesta a seguito di situazioni o emergenze nuove non considerate dalla sentenza di condanna. Conseguentemente, gli elementi idonei a sorreggere la richiesta di revisione devono essere tali da dimostrare, se accertati, che il condannato deve essere prosciolto a norma degli articoli 529, 530 o 531 c.p.p., non potendo la revisione essere finalizzata alla mera dichiarazione di estinzione del reato.