Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di merito può affermare la responsabilità penale degli imputati per il reato di inquinamento ambientale e per il reato di getto pericoloso di cose, sulla base di una valutazione complessiva e logica degli elementi probatori acquisiti, anche in assenza di prove dirette, purché la ricostruzione dei fatti sia sorretta da elementi indiziari gravi, precisi e concordanti. In particolare, il giudice può ritenere provato l'illecito sversamento di ingenti quantità di oli esausti nella rete fognaria condominiale da parte di un'attività di ristorazione, sulla base di elementi quali: la frequente necessità di spurgo delle fognature, il rinvenimento di materiale occludente con significativa percentuale di oli, l'esclusione di un'origine domestica di tale fenomeno, nonché la mancata attuazione da parte degli imputati delle procedure di raccolta e smaltimento previste. Analogamente, il giudice può affermare la responsabilità per emissioni moleste sulla base di dichiarazioni concordanti di numerosi condomini, anche in presenza di un pregresso conflitto tra questi ultimi e gli imputati, purché tali dichiarazioni siano corroborate da ulteriori elementi probatori, quali i verbali di accesso delle autorità sanitarie e le carenze manutentive dell'impianto di aspirazione e abbattimento degli odori del ristorante. Il concorso di più soggetti nella commissione dei reati può essere affermato sulla base della titolarità congiunta dell'attività di ristorazione, senza necessità di accertare differenti ruoli o condotte all'interno della stessa, salvo che non emerga il carattere colposo delle condotte, non dedotto in modo specifico nei ricorsi.