Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10673 del 16 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:10673PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione di una sentenza di merito, non deve stabilire se essa contenga la migliore ricostruzione possibile dei fatti, né condividerne necessariamente la giustificazione, ma deve limitarsi a verificare se tale giustificazione sia compatibile con il senso comune e con i limiti di una plausibile opinabilità di apprezzamento. Pertanto, il ricorso per cassazione che si limiti a prospettare una diversa e generica valutazione delle prove, senza indicare l'assoluta rilevanza della prova ai fini della decisione e senza formulare censure specifiche al provvedimento impugnato, è inammissibile per violazione degli articoli 606, comma 1, e 591, lettera c), in relazione all'articolo 581, lettera c), del codice di procedura penale. In tali casi, il ricorrente deve essere condannato al pagamento delle spese del procedimento e, ravvisandosi profili di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, anche al pagamento di una somma a favore della cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

difesa della parte civile Sc. Se. (nato il (OMESSO));

avverso la sentenza del 18.01.2010, della Corte d'Appello di Venezia;

a carico di:

Bu. Fr. (nato il (OMESSO));

udita la relazione fatta dal Consigliere Margherita Bianca Taddei;

udito il Procuratore Generale in persona di Sante Spinaci che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

1. Avverso la sentenza …

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