Il licenziamento disciplinare per giusta causa è legittimo quando il datore di lavoro dimostri, attraverso una pluralità di elementi indiziari gravi, precisi e concordanti, l'effettiva commissione del fatto addebitato al lavoratore, senza che questi sia tenuto a fornire una specifica giustificazione in merito al possesso di strumenti aziendali utilizzati per la realizzazione dell'illecito. L'apprezzamento di tali elementi probatori è rimesso al prudente giudizio del giudice di merito, il quale, nel valutarli complessivamente e sinteticamente, può legittimamente pervenire all'univoca ricostruzione del fatto ignoto, senza che ciò integri una violazione delle norme sulla valutazione della prova. Infatti, il giudice non è tenuto ad esaminare analiticamente ogni singolo elemento indiziario, ma può procedere ad una valutazione complessiva degli stessi, purché la motivazione risulti logica e coerente. Il licenziamento per giusta causa è altresì legittimo quando il comportamento del lavoratore, anche se non direttamente riconducibile alla commissione del fatto contestato, sia comunque idoneo a ledere irrimediabilmente il vincolo fiduciario con il datore di lavoro.