Cassazione penale Sez. I sentenza n. 6 del 7 febbraio 1985

ECLI:IT:CASS:1985:6PEN

Massima

Massima ufficiale
E' manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 14 della legge 13 settembre 1982 n. 646, che ha aggiunto l'art. 2 ter alla legge 31 maggio 1965 n. 575, per violazione dell'art. 25 della costituzione, con riferimento all'introduzione della presunzione legale della illegittima provenienza dei beni del proposto per l'applicazione di una misura di prevenzione, specie in relazione a quelli ad esso pervenuti prima dell'entrata in vigore della citata legge 646/1982, e per violazione dell'art. 24 della costituzione, con riferimento alla definizione del procedimento di confisca senza un'adeguata istruttoria, in quanto il diritto di proprietà non è inviolabile e, ai sensi dell'art. 42 della costituzione, può essere espropriato per motivi di interesse generale, sicuramente sussistenti in casi di confisca di beni provenienti da attività delittuose. La confisca inoltre è subordinata alla sussistenza di sufficienti indizi di un'illecita provenienza dei beni dell'indiziato o di terzi, non smentiti da eventuali allegazioni dell'interessato, di modo che non risulta violato il diritto alla prova. La detta legge 646/1982 poi, che ha introdotto nel codice penale l'art. 416 bis con cui si colpiscono le associazioni di tipo mafioso, impone, con le disposizioni anche in materia di misure di prevenzione, il sequestro dei beni dei quali l'associato risulti poter disporre direttamente o indirettamente e che sulla base di sufficienti indizi siano ritenuti frutto di attività illecite, o ne costituiscano il reimpiego, ovvero siano serviti o siano stati destinati al potenziamento dell'attività criminosa. Non vi è violazione del principio di irretroattività della legge penale, sancito dall'art. 25 della costituzione e 2 del cod. pen., giacché il provvedimento oblativo è collegato all'uso illecito dei beni commesso dopo che la nuova normativa è divenuta operante, ma in relazione a ricchezze accumulate e consolidate attraverso gli anni e che si ha motivo di ritenere essere il frutto di attività illecite o costituirne il reimpiego.

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