Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10687 del 16 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:10687PEN

Massima

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Il datore di lavoro che, approfittando della situazione del mercato del lavoro a lui favorevole, costringa i lavoratori, con la minaccia larvata di licenziamento, ad accettare la corresponsione di trattamenti retributivi deteriori e non adeguati alle prestazioni effettuate, integra il delitto di estorsione contrattuale. Tale condotta, volta a costringere il lavoratore dipendente ad accettare una retribuzione inferiore a quella risultante dalla busta paga, mediante la minaccia di licenziamento e di fornire referenze negative presso altri esercizi commerciali, realizza l'elemento oggettivo del reato di estorsione, essendo irrilevante la mera sottoscrizione da parte del lavoratore della busta paga contenente l'indicazione di una retribuzione superiore a quella effettivamente corrisposta. L'elemento soggettivo del reato è integrato dalla deliberata e cosciente scelta dell'agente di costringere il lavoratore dipendente ad accettare una retribuzione inferiore a quella dovuta, approfittando della sua situazione di debolezza contrattuale. La motivazione della sentenza di condanna, pur concisa, deve indicare in modo chiaro e logico le ragioni per le quali la condotta minacciosa si è realizzata, in quanto percepita dalla vittima come un concreto pregiudizio, così da consentire la corretta riconduzione della fattispecie allo schema dell'estorsione contrattuale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. CASUCCI Giulian - rel. Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. SA. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 363/2008 CORTE APPELLO di CATANIA, del 15/04/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/02/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIULIANO CASUCCI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito, per la parte civile, l'Avv. D'((omissis)), che si associa e deposita…

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