Cassazione penale Sez. I sentenza n. 36474 del 7 ottobre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:36474PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: L'istituto della continuazione tra più reati, di cui all'art. 81 c.p., postula che l'agente si sia rappresentato e abbia unitariamente deliberato, almeno nelle loro linee essenziali, una serie di condotte criminose, e non si identifica con il mero programma di vita delinquenziale del reo, che esprime invece l'opzione dello stesso a favore della commissione di un numero non predeterminato di reati. Pertanto, il riconoscimento della continuazione richiede non solo la sussistenza di un nesso psicologico tra i diversi episodi delittuosi, ma anche la vicinanza temporale degli stessi, in modo da poter ravvisare una preventiva risoluzione criminosa, seppur generica, da parte dell'agente. Il giudice dell'esecuzione, nel valutare l'applicabilità della disciplina della continuazione, deve quindi verificare la sussistenza di tali presupposti, motivando in modo congruo il proprio giudizio, senza incorrere in vizi logici o errori di diritto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. SARACENO Rosa Anna - Consigliere

Dott. MANCUSO Luigi F. A - rel. Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 03/11/2020 della CORTE APPELLO di ANCONA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MANCUSO LUIGI FABRIZIO AUGUSTO;
lette/sentite le conclusioni del P.G.;
Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Dott. LIGNOLA Ferdinando, Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, che ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con atto rivolto …

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