Il giudice, nel valutare l'idoneità della misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, deve considerare non solo la gravità del reato contestato, ma anche le concrete modalità di commissione dello stesso, l'elevata pericolosità sociale del soggetto, desunta dalla sua pregressa condotta criminale e dalla capacità di organizzare un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una pluralità di reati contro il patrimonio, nonché l'assenza di un adeguato radicamento familiare e sociale, tali da costituire un fattore di rischio per il pericolo di fuga e di reiterazione del reato. In tali casi, il giudice può ritenere che la misura degli arresti domiciliari, anche con l'ausilio di strumenti elettronici di controllo, non sia idonea a scongiurare tali pericoli, in quanto il soggetto, per la sua dimostrata spregiudicatezza e capacità di eludere i controlli, potrebbe comunque sottrarsi alla misura cautelare prima dell'intervento delle forze dell'ordine.