Il mancato adempimento degli interventi previsti nei piani economici e di gestione approvati con le autorizzazioni rilasciate all'azienda agrituristico-venatoria, unitamente all'inattività e all'abbandono dell'azienda stessa, costituiscono presupposti legittimi per la revoca dell'autorizzazione, in applicazione dell'art. 22, comma 1, della legge regionale n. 3/1994, senza che l'apertura della procedura fallimentare della società proprietaria possa impedire tale provvedimento, il quale mira al recupero e alla valorizzazione delle aree agricole attraverso l'organizzazione dell'attività venatoria, finalità proprie delle aziende agrituristico-venatorie, e non alla tutela dei creditori del fallimento. La motivazione del provvedimento di revoca, fondata sull'accertamento dell'inadempimento degli obblighi previsti nelle autorizzazioni precedenti e sull'inattività dell'azienda, risulta adeguata e conforme alla normativa di settore, senza che assumano rilievo le proroghe automatiche delle autorizzazioni disposte dalla Provincia in attesa dell'adozione del nuovo piano faunistico-venatorio, in quanto tali proroghe prescindono dalla verifica dell'adempimento degli obblighi. Né la garanzia dei creditori del fallimento può costituire finalità prevalente rispetto agli scopi istituzionali delle aziende agrituristico-venatorie.