Cassazione penale Sez. V sentenza n. 52076 del 15 dicembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:52076PEN

Massima

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La pronuncia di espressioni offensive nei confronti di un soggetto, anche se avvenuta nel corso di un acceso diverbio, non è scriminata dalla provocazione ai sensi dell'art. 599 c.p., comma 2, qualora non sia integrato un fatto ingiusto da parte della persona offesa, idoneo a giustificare la reazione verbale. Ai fini della configurabilità della scriminante, non è sufficiente il mero contrasto di opinioni o la reciprocità di offese, essendo necessario che l'espressione ingiuriosa costituisca una reazione immediata e diretta a un fatto precedentemente posto in essere dalla persona offesa, in violazione di regole di civile convivenza o di rilevanza penale o civile. Inoltre, l'elemento soggettivo del reato di ingiuria non può essere escluso sulla base di mere congetture o ipotesi non supportate dalle prove acquisite nel processo, dovendosi valutare la volontà offensiva dell'agente sulla base degli elementi emersi nel giudizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. SETTEMBRE A. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2/2013 TRIB. SEZ. DIST. di DOMODOSSOLA, del 15/04/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 29/10/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO SETTEMBRE;

- Udito il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione, dr.ssa Giuseppina Fodaroni, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

- Udito, per la parte civile, l'avv. (OMISSIS), che ha chiest…

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