Il provvedimento di confisca di prevenzione, quale misura patrimoniale di natura reale, può essere impugnato con ricorso per cassazione esclusivamente per violazione di legge, non essendo ammissibile la deduzione di vizi logici o di motivazione. Il difensore del terzo interessato, non munito di procura speciale ai sensi dell'art. 100 c.p.p., non è legittimato a proporre ricorso per cassazione avverso il decreto che dispone la misura di prevenzione della confisca, in quanto portatore di un mero interesse di natura civilistica. La giurisprudenza di legittimità è consolidata nel ritenere che, in tema di procedimento di prevenzione, il difensore del terzo interessato, non munito di procura speciale, non è legittimato a ricorrere per cassazione, né può trovare applicazione la disposizione di cui all'art. 182, comma 2, c.p.c. per la regolarizzazione del difetto di rappresentanza, in quanto il dato normativo di cui all'art. 100 c.p.p. è autosufficiente e non suscettibile di integrazione con le norme processuali civilistiche. Pertanto, il ricorso per cassazione proposto dal difensore del terzo interessato, privo di procura speciale, è inammissibile. Analogamente, il ricorso proposto dal difensore del proposto è inammissibile, in quanto il sindacato di legittimità in materia di misure di prevenzione è limitato alla verifica della mancanza assoluta di motivazione o della sua mera apparenza, non essendo ammissibile la deduzione di vizi logici o di motivazione.