Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30627 del 23 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:30627PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni può essere disposto, ai sensi del Decreto Legge n. 306 del 1992, articolo 12 sexies, conv. con modif. in Legge n. 356 del 1992, quando vi sia una ritenuta sproporzione tra i redditi di una persona e i beni da essa posseduti, anche se tale sproporzione non risulta provata in modo definitivo. Il tribunale, in sede di riesame, può confermare il sequestro preventivo anche in assenza di una prova documentale definitiva sulla provenienza dei fondi utilizzati per l'acquisto dei beni, poiché tale elemento, se sopravvenuto, può essere valutato solo ai fini di una eventuale richiesta di revoca della misura cautelare. L'inammissibilità del ricorso per cassazione avverso l'ordinanza di conferma del sequestro comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria, salvo che non emergano elementi idonei ad escludere ogni profilo di colpa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BR. GI. N. IL (OMESSO);

2) BR. LU. N. IL (OMESSO);

3) B. G. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 03/02/2009 TRIB. LIBERTA' di FOGGIA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DUBOLINO PIETRO;

le conclusioni del Dott. Vito Monetti, il quale ha chiesto che il ricorso sia dichiarato inammissibile.

RILEVATO IN FATTO

- che con l'impugnata ordinanza il tribunale di…

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