Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 40597 del 16 ottobre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:40597PEN

Massima

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Il reato di sottrazione o dispersione di cose sottoposte a sequestro amministrativo di cui all'art. 334 comma 2 c.p. si configura non solo nei confronti del proprietario formale del bene, ma anche della persona che ne abbia l'effettiva disponibilità e lo utilizzi concretamente, a prescindere dalla titolarità formale. Pertanto, il custode del bene sottoposto a sequestro amministrativo, anche se non proprietario, è penalmente responsabile qualora ne disponga arbitrariamente, rimuovendolo dal luogo della custodia. La nozione di "proprietario" rilevante ai fini della configurabilità del reato deve essere intesa in senso ampio, comprendendo chiunque abbia la materiale disponibilità del bene, a prescindere dalla titolarità formale. La pena inflitta al custode che sottrae o disperde il bene sottoposto a sequestro amministrativo deve essere commisurata al disvalore sociale della condotta antigiuridica realizzata, senza che assuma rilievo la mancata conoscenza del vincolo di sequestro da parte dell'agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LANZA Luigi - Presidente

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza in data 26/03/2010 della Corte di Appello di Messina;

letti gli atti, il ricorso e la sentenza impugnata;

udita in udienza pubblica la relazione del consigliere dott. ((omissis));

udito il pubblico ministero in persona del sostituto P.G. dott. SCARDACCIONE Eduardo che ha chiesto l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata.

MOTIVI DELLA DECISIONE…

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