Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27747 del 21 giugno 2019

ECLI:IT:CASS:2019:27747PEN

Massima

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Il falso commesso nell'attestazione di qualifiche professionali riservate integra il reato di esercizio abusivo della professione, a prescindere dall'effettiva idoneità della falsa dichiarazione a produrre effetti giuridici. La nozione di "falso inutile" è estranea ai reati di falso, essendo sufficiente il mero pericolo per la fede pubblica derivante dalla contraffazione o alterazione di un atto, a prescindere dall'effettivo conseguimento degli scopi prefissati. Pertanto, la circostanza che l'atto contenente la falsa attestazione sia stato respinto dall'ufficio competente non esclude la rilevanza penale della condotta, che integra il reato di esercizio abusivo della professione di cui all'art. 348 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. MOROSINI E. Mar - rel. Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/06/2018 della CORTE di APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott.ssa ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO

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