Il termine per proporre reclamo avverso il decreto di omologazione del concordato preventivo è di 30 giorni dalla notificazione del provvedimento da parte della cancelleria, in applicazione della disciplina prevista dall'art. 18 della Legge Fallimentare, richiamata dall'art. 183, comma 2, della medesima legge. Tale termine, coincidente con quello previsto per l'impugnazione della sentenza dichiarativa di fallimento, è giustificato dalla possibilità di contestare congiuntamente il decreto di omologazione e l'eventuale sentenza di fallimento, in un'ottica di tutela costituzionalmente orientata del diritto di difesa. Pertanto, il termine di 10 giorni previsto dall'art. 739 c.p.c. non trova applicazione in questo caso, dovendosi privilegiare la disciplina speciale della Legge Fallimentare, che assicura una più ampia possibilità di impugnazione. Il dies a quo per il computo del termine di 30 giorni decorre dalla notificazione del decreto di omologazione effettuata dalla cancelleria, e non dalla mera comunicazione o conoscenza legale del provvedimento da parte dell'opponente, in quanto l'impugnazione è esperibile da soggetti individuati, ovvero coloro che hanno partecipato al procedimento, e non da terzi. L'accertamento della tempestività del reclamo proposto è pertanto rimesso alla valutazione della Corte d'Appello, chiamata a pronunciarsi nuovamente sulla questione.