La classificazione tecnico-funzionale di una strada, ai sensi dell'art. 2, commi 2 e 3, del Codice della Strada, rileva ai fini dell'applicazione delle norme sulla sicurezza della circolazione, ivi comprese quelle relative alle aree di servizio. In assenza dell'emanazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti delle norme per la classificazione delle strade esistenti, prevista dall'art. 13, comma 4, del Codice, l'ente proprietario o gestore della strada è tenuto a effettuare una classificazione provvisoria, sulla base delle caratteristiche costruttive, tecniche e funzionali della strada stessa, ai sensi dell'art. 2, comma 3, del Codice. Tale classificazione provvisoria, pur potendo comportare un certo grado di approssimazione rispetto ai requisiti minimi previsti per ciascuna tipologia stradale, costituisce il parametro di riferimento per l'applicazione delle norme sulla sicurezza, ivi comprese quelle relative alle aree di servizio. Tuttavia, per le aree di servizio esistenti, le norme tecniche emanate dall'ANAS non si applicano in modo rigido, ma costituiscono soltanto un riferimento in base al quale l'ente proprietario o gestore della strada deve valutare i progetti di adeguamento, richiedendo, in caso di scostamento dai requisiti indicati, specifiche analisi di sicurezza che giustifichino le soluzioni proposte. In mancanza della presentazione di tali analisi di sicurezza e di progetti di adeguamento coerenti con la normativa vigente, l'ente proprietario o gestore della strada può disporre la ricollocazione degli impianti di distribuzione di carburanti esistenti, qualora gli accessi non garantiscano neppure le minime condizioni di sicurezza.