Il sequestro probatorio di apparecchi elettronici, documenti e somme di denaro è legittimo quando vi siano gravi indizi di reati fiscali e associativi, quali l'emissione di fatture per operazioni inesistenti finalizzata alla creazione di crediti di imposta fittizi, la loro cessione a intermediari finanziari o società di grandi dimensioni e l'indebita compensazione con imposte dovute. Tali condotte, anche se poste in essere da soggetti formalmente estranei alla società beneficiaria dei crediti, possono essere ritenute ascrivibili a costoro sulla base di elementi indiziari quali il loro coinvolgimento nella gestione di fatto della società, desumibile da intercettazioni che ne dimostrino il ruolo attivo nel programma criminoso. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nell'interpretazione del linguaggio criptico o cifrato utilizzato dagli indagati nelle conversazioni intercettate, valutazione che non è sindacabile in sede di legittimità se sorretta da argomentazioni logiche e coerenti con le risultanze investigative.